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Avete avuto modo di assaggiare le meraviglie degli champagne Bollinger? Qualunque sia la vostra risposta, sappiate che dietro questo vigneto si nasconde una storia mai raccontata che merita di essere narrata. Nel XIX secolo, quando agli aristocratici non era permesso commerciare, Athanase de Villermont ereditò una grande tenuta nella regione di Aÿ. In seguito incontrò Joseph Bollinger e Paul Renaudin. Il primo era interessato al commercio del vino e il secondo alla vinificazione. I due fondarono la Renaudin-Bollinger & Cie. La Casa Bollinger fu poi tramandata di padre in figlio dopo il matrimonio tra Joseph B. e Louise-Charlotte, figlia di Athanase. Solo nel 2008 Jérôme Philipon, un "estraneo alla famiglia", ha assunto la carica di presidente. Claude d'Hautefeuille ha guidato una serie di riforme che hanno contribuito a modernizzare le tecniche di produzione, mentre Christian Bizot ha dato un forte impulso alle strategie di marketing della tenuta.

Posizione geografica di Bollinger

A Bollinger si attribuisce grande importanza al carattere naturale e biologico delle viti. Il terreno è inerbito e si evitano il più possibile gli erbicidi. Questi sforzi sono valsi a Bollinger la certificazione "Alto Valore Ambientale". I 172 ettari di vigneto sono coltivati a Pinot Meunier e Chardonnay. Il terreno è composto da gesso campano, ghiaia gessosa, calcare spesso e duro, gesso belemnico e argilla sparnaciana, tutti in proporzioni variabili. Quando si parla di vinificazione, il legno ha un'importanza fondamentale. Infatti, la famiglia Bollinger utilizza il metodo di vinificazione dello champagne. Vengono utilizzati tini in acciaio inox termoregolati. A seconda della capacità dei mosti di trattenere il legno, si utilizzano botti di rovere per tutte le cuvée o solo per una parte di esse. La fermentazione malolattica è utilizzata per i vini bianchi. Le bottiglie vengono agitate a mano su una rastrelliera di legno, da 1/8 a 1⁄4 di giro. Dopo l'affinamento su listelli, il deposito viene espulso mediante sboccatura al volo.